foto del mese: ottobre 2017
Il mosaico “Scena Comica con Suonatori ambulanti o artisti di strada”, firmato in alto e a sinistra con il nome di Dioscoride di Samo, è stato realizzato nel I secolo a.C. sulla copia di una pittura greca del III a.C. Ritrovato a Pompei nella villa di Cicerone durante gli scavi del 1763 ha una dimensione di 41 x 43 cm.
La Villa di Cicerone
La cosiddetta “Villa di Cicerone”, collocata sulla via che conduceva ad Ercolano, poco distante dalla omonima porta, è uno dei primi edifici scavati a Pompei (1748) e ha restituito pitture e mosaici tra i più noti nel Settecento. I più antichi rinvenimenti attribuibili al complesso sono descritti nella Pompeianarum Antiquitatum Historia alla data del 1 giugno1748. Gli scavi proseguirono fino al 19 aprile 1749 quando vennero interrotti a causa di alcune esalazioni. Ripresi nel 1763, continuarono in modo saltuario fino al 1778 quando, dopo aver esplorato e spogliato l’area di tutte le decorazioni e i materiali ritenuti di pregio, la villa venne riseppellita ei terreni vennero restituiti ai proprietari. Il complesso residenziale è tuttora interrato e le uniche notizie relative alle sue strutture e ai rinvenimenti sono riportate ne Le Antichità di Ercolano (Le Antichità di Ercolano esposte, I, Napoli1757; III, Napoli 1762) e nei diari di scavo della Pompeianarum Antiquitatum Historia nei quali è pubblicata anche la preziosa planimetria redatta dal La Vega. Essa mostra un’estesa residenza sviluppata su due livelli digradanti verso il mare, dei quali quello posto al piano terra era costituito da un grande peristilio e da numerosissimi ambienti. Meno chiara è la composizione del piano sottostante, esplorato nel Settecento solo in minima parte e caratterizzato da un ampio criptoportico.
Nuove osservazioni sull’orientamento delle strutture vennero formulate nel 1949 dal Mingazzini, che aveva osservato che la Villa di Cicerone, quella di Diomede e quella dei Misteri non erano in asse con la cosiddetta Via Herculanensis. Egli notò infatti che esisteva un più antico asse viario, la Via Superior, sul quale si disponevano le ville.
Il Pompeianum era stato costruito probabilmente intorno al 60 a.C. con il denaro ottenuto da Cicerone dopo aver difeso Publio Silla, nipote del dittatore (fondatore della colonia romana di Pompei) accusato di essere un seguace di Catilina. L’oratore aveva 46 anni ed era stato a Pompei per la prima volta proprio nel 60 a.C.
Numerosi sono i riferimenti di Cicerone alla sua residenza pompeiana che egli considerava tra i suoi possedimenti preferiti insieme con quella di Tuscolo Tusculanum et Pompeianum valde me delectant. Nonostante ciò, Cicerone però non doveva stimare molto i Pompeianinconsiderato che, con tono polemico, come ricorda Macrobio, sosteneva che era più facile ottenere il Senato a Roma che il decurionato a Pompei. Inoltre quando il suo amico pompeiano Ninnius Quadratus nel 49 a.C. gli offrì il comando delle tre coorti di stanza a Pompei, l’oratore si sottrasse alla pericolosa e imbarazzante offerta con una frettolosa partenza per l’Oriente. Il suo ultimo soggiorno a Pompei è documentato nei mesi di maggio e di luglio del 44 a.C. solo poco tempo prima della sua uccisione da parte dei sicari di Antonio.
Il mosaico
Secondo l’ipotesi tradizionale, formulata da Carl Robert (Die Masken der neueren attichen Komoedie, Halle 1911), essa rappresenterebbe una processione in onore di Cibele (Metragyrtái), ricordata anche nel Satyricon di Petronio. Essi appaiono in una commedia di Menandro, La donna invasata (Theophoruméne), della quale ci sono pervenuti solo pochi versi. L’opera narra dell’ateniese Kleinias che non capisce se l’estasi religiosa della sua amata sia sincera. L’amico Lisia gli consiglia di metterla alla prova con una musica selvaggia in onore di Cibele. Così organizzano una piccola banda, alla quale partecipano loro stessi, dinanzi alla porta dell’amata. Al suono della musica ella esce ed intona un inno estatico, dando la conferma a Kleinias della sua sincerità
Lo strumento a fiato Aulos è il più caratteristico e importante della cultura greca classica (s VII -. IV aC), da cui sarà irradiato a varie aree di influenza. Noto anche come Kálamos, era costituito da due tubi di canna, legno, osso o avorio che in origine aveva tre a cinque fori sulla parte anteriore e, probabilmente, uno per il pollice. Entrambe le aste sono stati introdotte in bocca e tenute separati adottando una “V”, come si vede chiaramente in rilievo in questione.