foto del mese: dicembre 2018
Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso
e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima
George Bernard Shaw
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Quindi capolavori provenienti da musei nazionali e internazionali ritornano a Napoli per la mostra “Rubens, van Dyck, Ribera. La collezione di un principe”, dal 6 dicembre fino al 7 aprile Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo, a Napoli.
Per Michele Coppola, direttore centrale Arte, Cultura e dei beni storici di Intesa San Paolo e direttore delle Gallerie d’Italia.
“La cosa davvero importante qui – ha spiegato – è vedere come una collezione molto ricca, ritorni a casa propria. E poter offrire a Napoli, nel palazzo che ospitò questi dipinti che rendono ricchi e conosciuti molti musei internazionali, stranieri, apprezzati nel mondo, credo che sia un elemento distintivo che merita di essere raccontato. Fa effetto vedere, non soltanto il frutto di una ricerca, di un’indagine storico-critica durata anni, ma soprattutto vedere come dipinti incredibili, di bellezza rara, ritornino a vivere in quelle sale che li ospitarono diversi secoli fa”.
Quella raccontata a Palazzo Zevallos Stigliano è la storia di un prezioso patrimonio di famiglia, disperso, ritrovato dopo secoli e ricongiunto per la prima volta negli stessi spazi dove in passato fu a lungo ammirato e custodito.
La prestigiosa collezione in questione era appartenuta alla famiglia Vandeneynden che a partire dagli ultimi decenni del Seicento abitò nella sontuosa dimora di via Toledo. E dovette godere davvero di grande fama questa raccolta, se Tommaso Puccini che la visitò nel 1783 ne offrì una dettagliata descrizione nei suoi appunti di viaggio, con parole di somma ammirazione. Il canonico Carlo Celano parlava invece di “bellissime dipinture, et in quantità, de’ famosi maestri così antichi come moderni”.
L’inventario del 1688 registra in effetti oltre trecento dipinti, tra cui esemplari di Paul Bril, Caravaggio, Jan Brueghel, Aniello Falcone, Luca Giordano, Jan Miel, Mattia Preti, Nicolas Poussin, Francesco Albani, Jusepe de’ Ribera, Salvator Rosa, Pieter Paul Rubens, Anton Van Dyck, numerose nature morte e paesaggi e battaglie di altri maestri, per lo più fiamminghi, alcuni dei quali erano legati alla famiglia Vandeneynden da stretti rapporti di parentela.
Questa fitta rete di relazioni aveva favorito la formazione delle due maggiori raccolte napoletane del XVII secolo che esercitarono grande influenza sui gusti collezionistici e sugli sviluppi della pittura napoletana coeva.
A questo proposito, Giovanni Bazoli, Presidente Emerito Intesa San Paolo, ha dichiarato: “La dimora ha custodito a lungo una prestigiosa quadreria di maestri italiani e fiamminghi appartenuta ai Vandeneynden, un’importante famiglia di mercanti di Anversa che abitò a fine Seicento il palazzo di via Toledo. Entrata a far parte dei beni dei principi Colonna di Stagliano, la raccolta venne successivamente dispersa in musei e collezioni internazionali. Grazie a una lunga attività di studio e ricostruzione filologica, è stato possibile, a distanza di tre secoli, riunire parte dei dipinti che costituivano la raccolta Vandeneynden. La ricomposizione di una antica collezione nel luogo in cui si era formata è un’operazione pressoché unica, che conferisce un aspetto di specifica originalità al progetto”.