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Percorsi Formativi

Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali.

Don Lorenzo Milani

Il rapporto EU Digital Agenda, Marzo 2010, 2020 Vision – Report of the Teaching and Learning in 2020 Review Group riporta che:

I modelli pedagogici, costruttivista e sociocostruttivista,  includono le ICT come strumenti per potenziare la didattica tradizionale che privilegi un approccio attivo, compiti aperti che mirino alla riflessione sul processo ed alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento.

Proviamo a immaginare come sarà la scuola del futuro. Molto probabilmente ogni studente con il proprio computer sotto braccio, sempre online. La classe così come la intendiamo oggi non ci sarà più. Non più tanti computer isolati dentro una stanza, ma personal computer utilizzabili in ogni luogo della scuola. E in tutto questo il ruolo dell´insegnante non perde di valore; al contrario, il docente rimane una forza e una guida stabile per aiutare i giovani a muoversi dentro la giungla dell´apprendimento.

La scuola del futuro deve coniugare competenza e flessibilità, offrire a tutti la possibilità di scegliere, tra molte proposte, il percorso a cui partecipare. In questo modo si vengono a coniugare il bisogno di equità (a tutti viene data la possibilità di scegliere) e di specialità (la scelta tiene conto delle preferenze personali).

L’Apprendimento per Percorsi Formativi utilizzato nel nostro Istituto si promette di adattare gli ambienti e gli approcci didattici ai bisogni, alle potenzialità e alle aspettative dei singoli individui che apprendono. Le tecnologie contribuiscono al processo di personalizzazione offrendo soluzioni che consentono di gestire in modo flessibile percorsi, ambienti e strumenti.

Percorsi Formativi utilizzati nel nostro Istituto nascono dall’incontro con il territorio e la sua cultura.

Secondo questo approccio, l’esperienza dell’individuo e il contesto culturale entro il quale esso apprende costituiscono parte fondante delle strategie e degli stili di apprendimento. Bruner attribuisce grande importanza al linguaggio, assegnandogli la funzione di esplicitare le conoscenze. La competenza narrativa è quindi una competenza di base, per le esperienze di apprendimento, in quanto consente all’individuo di narrarsi e di collocarsi nel mondo e di dargli un significato. L’esperienza dell’auto-narrazione rende gli individui consapevoli della loro identità e si presenta come una base di partenza per la progettazione futura[2].

Il termine “personalizzare” è stato usato nel 2004 in Inghilterra da David Miliband in un discorso nel quale affermò: “l’apprendimento personalizzato è la via verso la quale le nostre migliori scuole adattano la formazione al fine di assicurare che ogni ragazzo raggiunga i migliori standard possibili. Il nostro compito è di rendere questa pratica universale”. Questo discorso era guidato dal desiderio generale del Governo in carica (Tony Blair – Partito Laburista) di riorganizzare i servizi formativi. Blair, preoccupato per la perdita di credibilità delle istituzioni pubbliche, proponeva in questo modo nuove strategie per aumentare la fiducia nel settore pubblico. Questa riorganizzazione ha principalmente significato un passaggio da un’offerta generalizzata dei servizi da parte dello Stato, ad un approccio basato sui reali interessi e sulle attività dei cittadini. Parti di questa riorganizzazione appaiono allineate con le nuove politiche che enfatizzano il ruolo dei mercati e del settore privato nel soddisfare i fabbisogni sociali.

Il dottor David Hargreaves pone invece l’attenzione sul processo piuttosto che sul prodotto. Hargreaves ha tentato di definire questa idea stabilendo nove passaggi per la personalizzazione dell’apprendimento: la voce dello studente; la valutazione degli apprendimenti; l’apprendere ad apprendere; le nuove tecnologie; il percorso di apprendimento; l’orientamento e l’informazione; le azioni di supporto e di coaching; lo sviluppo delle forze lavoro; l’organizzazione e la pianificazione del Sistema scuola. Anche Charles Leadbeater ha contribuito alla definizione del termine “personalizzazione” attraverso delle indicazioni per la personalizzazione dei servizi pubblici nel Regno Unito.

Il dottor David Hopkins considera l’apprendimento personalizzato uno dei principali pilastri della riforma, mentre il dottor Michael Fullan ricorda che negli Stati Uniti il concetto di apprendimento personalizzato è più comunemente associato con l’istruzione differenziata.

Il termine “personalizzazione” deve essere distinto dal termine “differenziazione”, in relazione all’opportunità di scelta che viene offerta allo studente rispetto a cosa apprendere, quando e come. La frase che spesso viene utilizzata per descrivere l’apprendimento “any time, any place or any place” non indica necessariamente un’illimitata possibilità di scelta, poiché chi apprende ha comunque degli obiettivi da raggiungere. Comunque, è possibile offrire a chi apprende l’opportunità nel modo che preferisce e che ritiene più adatto ai propri stili e alle proprie attitudini di apprendimento.

Talvolta “personalizzazione” è impropriamente utilizzato come sinonimo di “individualizzazione”: i due termini hanno due distinte implicazioni pedagogiche.

L’individualizzazione si riferisce all’insieme delle strategie didattiche che intendono garantire agli studenti il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento, con ritmi differenti, in tempi diversi, e modalità diverse rispetto agli stili cognitivi. L’insegnante (o il computer) gestisce e sceglie la migliore soluzione per chi apprende.

La personalizzazione intende valorizzare il potenziale cognitivo di chi apprende, la sua biografia, l’intelligenza, la sensibilità e le competenze (incluse quelle emotive) che caratterizzano ciascun individuo in quanto persona, al fine di raggiungere una forma di eccellenza cognitiva, sviluppando tutte le proprie attitudini, capacità e talenti. I risultati e gli obiettivi di apprendimento saranno quindi diversi per ciascuno studente, e non sarà possibile stabilirli dall’inizio dell’apprendimento. Non è tanto la tipologia di competenze da acquisire ad influire sui risultati, ma il diverso grado di abilità nell’utilizzo di queste stesse competenze. Chi apprende, guidato da chi insegna, è un co-designer attivo dell’esperienza e del percorso di apprendimento.

Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione possono essere dei validi strumenti per la personalizzazione dell’apprendimento in quanto consentono a chi apprende di accedere alle fonti di informazione, forniscono strumenti e supporti alla comunicazione che consentono il dialogo e il dibattito, così come la visualizzazione dei risultati di apprendimento. In ogni caso, l’apprendimento personalizzato non è appannaggio esclusivo delle tecnologie o degli ambienti virtuali.

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