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“Fare il camorrista non conviene”
Il video presentato dal nostro Istituto al concorso promosso dalla prefettura di Napoli e dall’USR Campania “Fare il camorrista non conviene si è classificato primo nella sezione video.
Alla manifestazione hanno partecipato il prefetto Francesco Antonio dott. MUSOLINO e il direttore dell’USR Campania oltre ai rappresentanti della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Fare il camorrista non conviene
Martedì 4 febbraio 2014 alle ore 10.00 nella sala “Corradino di Svevia” di piazza S. Eligio, 106 la conclusione del Progetto “Fare il camorrista non conviene: di camorra non si campa e spesso si muore”
Il Progetto organizzato dalla Prefettura di Napoli e dall’USR Campania ha visto coinvolti l’Arma del Carabinieri, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza e gli alunni di dieci Scuole Secondarie di I e II grado di Napoli.
Istituti che hanno partecipato al Progetto
Napoli: ITI “Marie Curie”, ISIS “Fermi Gadda”, ITC “De Nicola”, ITIS “Righi”, IC “Campo Del Moricino”, SMS “Lombardi”, IC “Baracca”, SMS “Pertini”.
Torre Annunziata (NA): ISS “Pitagora”, IC “Alfieri”.
All’incontro del 4 febbraio 2013 hanno partecipato gli alunni delle Classi Terze della Scuola Secondaria di I grado “Corradino di Svevia”.
Di seguito tristi immagini di cronaca che spesso raccontano di abbandoni, di solitudine, di morte. Le immagini sono accompagnate dalla musica di Mercedes Sosa cantante argentina simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti contro la dittatura; si definiva una cantora popular. È conosciuta anche con il soprannome di La Negra. Con l’instaurazione della dittatura militare la sua musica di denuncia inizia ad essere invisa ai militari, dapprima è vittima della censura, poi, viene imprigionata e infine è costretta all’esilio. Durante l’esilio dedica molti brani alla sua patria e alla speranza di cambiamento e di pace e democrazia per gli argentini, come il brano Todo cambia (scritto dal musicista cileno Julio Numhauser).
Alla manifestazione, che si è svolta nella Sala Corradino di Svevia di piazza S. Eligio, 7 con gli alunni delle classi terze, hanno partecipato:
– il dott. Carmine Negro Dirigente Scolastico I.C. S. “Campo del Moricino”
– la dott.ssa Carcaterra Simonetta per la Prefettura di Napoli;
– il Ten Col. Salvatore Minale per la Guardia di Finanza;
– il Vice Questore Aggiunto dott.ssa Valeria Moffa per la Polizia di Stato:
– il Capitano Salvatore Sferza per l’Arma dei Carabinieri;
– il prof. Rosario Duonno per l’USR Campania;
– l’ispettore Ugo Buché per l’USR Campania;
– la dottoressa Annamaria Palmieri Assessore alla Scuola e all’Istruzione del comune di Napoli
Di seguito uno stralcio dell’intervento dell’Assessore alla Scuola e all’Istruzione del comune di Napoli dottoressa Annamaria Palmieri
… Dietro le definizioni ci sono le persone, dietro le parole ci sono le cose. Dietro la definizione di camorra, ci sono storie, storie vere, storie di persone, storie di sofferenze, … ci sono incontri, ci sono lotte, ci sono desideri … soprattutto desideri mancati. Spesso quello che ci rovina, che rovina tutte le generazioni è sviluppare dei sistemi d’attesa e cioè attendersi delle cose da un mondo che poi ci delude. Quello che mi ha colpito in tutti i racconti delle istituzioni, una caratteristica fondamentale che accomuna la narrazione delle varie storie è la solitudine del camorrista. Non so quanto voi desiderate l’iphone, l’ipod, il motorino, i soldi, non so quanto nella vostra famiglia circolano valori su cui la scuola si impegna quotidianamente per dire non sono quelli i valori ma sono altri. Sono certa che c’è una cosa che terrorizza, perché terrorizza me e terrorizza tutte le persone: la solitudine. Io penso che se c’è un antidoto cui dobbiamo fare capo, se c’è qualcosa che mi spinge a riflettere questa è la solitudine. Se la persona che mi è al fianco, il mio compagno di banco, la persona con cui condivido tutto, non fosse il mio migliore amico e io avessi il dubbio che domani potrebbe tradirmi o abbandonarmi, in quel momento sentirei che ho sbagliato tutto nella vita. L’idea della solitudine contrasta enormemente con la nostra città perché nella nostra città a voler stare soli è complicato. Normalmente non stai mai sola; pure sul pullman conversi con quello a fianco. Questa città è l’antitesi della solitudine e invece il camorrista è il modello della solitudine. Ha ragione l’attore di “Così parlò Bellavista” quando dice che “Napoli è città di passione e tu come puoi essere un uomo di morte?”. Io chiedo a tutti i ragazzi che sono qua “Potreste mai immaginare di vivere una vita caratterizzata dalla solitudine perché neanche del tuo migliore amico ti puoi fidare?”Io sono sicura che nessuno di voi rinuncerebbe all’amicizia per tutto il resto di cui si è parlato. Di questo sono certa.