Fontana del Seguro a Piazza Mercato. A quando il recupero delle teste delle sfingi?

Disegno della piazza del 1838

Disegno della piazza del Mercato, 1838

Le fontane con obelischi e sfingi ubicate in piazza del Mercato furono erette nel settecento  da Francesco Seguro. Entrambe furono messe come ornamento della piazza, oltre che per la funzione di abbeveratoio per gli animali. Le fontane, una sul lato est e l’altra, parallela alla prima, sul lato ovest, suggeriscono una chiara influenza egiziana, mescolata ad elementi classicheggianti. Sono formate da obelischi piramidali che poggiano su un basamento in piperno decorato da ghirlande; a metà altezza si trovano quattro teste leonine, fiori e festoni.

Gli elementi che fanno da cornice ai getti d’acqua sono quattro sfingi acefale, sul tipo della sfinge ricollocata da poco sulla statua del dio Nilo. Come per la scultura antica del ”Corpo di Napoli”, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad elementi scultorei più volte rimaneggiati nel corso del tempo.
Nel 2001 fu avviato  il restauro delle due fontane con la collaborazione della Azienda Idrica Napoletana, riattivando l’impianto idrico, ripulendo gli obelischi e fornendo di nuove teste le otto piccole sfingi decapitate.

Oggi le fontane sono purtroppo nuovamente in serio stato di degrado, malgrado siano state inserite nel programma ‘Monumentando’, un piano di riqualificazione di 27 siti napoletani. Il progetto vuole valorizzare tutti i quartieri della città e si ispira ancora una volta ad aspetti gestionali di privati. Il 13 Febbraio dello scorso anno si è partiti con il primo lotto che doveva comprendere anche le fontane di piazza mercato, oltre a quelle del Carciofo e di Spinacorona.

Pur se in posizione leggermente decentrata rispetto ai maggiori flussi turistici delle altre piazze napoletane, piazza Mercato è da considerarsi tra le più importanti della città per valore storico ed artistico, di  indubbio valore turistico grazie alla presenza di diversi edifici di culto monumentali quali la chiesa  di Sant’Eligio Maggiore, d’epoca angioina e la basilica di Santa Maria del Carmine Maggiore.

Speriamo quindi di vedere presto ‘recuperate’ le nostre fontane in modo da salvaguardarle in modo definitivo dall’incuria della gente!

Manuela Muti – III E – plesso Corradino di Svevia