L’antica città carovaniera di Palmira, in Siria, con i suoi templi e i bei colonnati d’epoca imperiale, è caduta per mano dell’Isis. Ora tuonano gli echi dei politici europei e americani e degli intellettuali. Non era possibile prevederlo?
Oltre ai massacri di uomini e donne, si sta perpetrando un massacro della civiltà antica, distruggendo un patrimonio mondiale unico al mondo. Monumenti e civiltà destinate a sparire per restare solo sui libri di scuola o magari sui testi specialistici.
Università italiane e missione archeologiche straniere hanno in corso attività di ricerca in quei luoghi. Palmira ha conosciuto un periodo di straordinario sviluppo nella piena età imperiale romana, tra I e III secolo d.C. Era un’oasi del deserto siriano a metà strada tra il Mediterraneo e l’Eufrate, dove regnavano prosperità e ricchezza grazie alla sua posizione e alle vie commerciali che l’attraversavano. Inserita dal 1980 nella lista redatta dall’UNESCO dei siti Patrimonio dell’Umanità, è meta di molti turisti come Pompei.
Al di là della barbarie con cui stanno operando i gruppi terroristici, restiamo sgomenti per l’indomita calma con cui i governi guardano a questi eventi. In questa prospettiva altri importanti obiettivi delle ‘missioni terroristiche’ sono destinati ad essere colpiti nell’indifferenza di tutti. lo stesso scempio era stato realizzato nei siti archeologici di Hatra e Nimrud in Iraq.In risposta speriamo nell’efficacia dell’azione governativa, nell’esposizione di qualche vecchio saggio, affinché non si ritorni all’epoca del Tardoantico e delle calate dei barbari .
Angela Palmentieri – Docente di Lettere
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