Nel 1302 Carlo II d’Angiò donò alla città di Napoli un suolo all’esterno delle mura orientali in località detta Moricino per tenervi mercato due volte a settimana. L’area fu delimitata da una strada lastricata che ne fissò i limiti affinché non potesse essere occupata con fabbricati.
Con questo atto ufficiale si ratificava una prassi che aveva luogo già da alcuni decenni. Infatti in tale zona, compresa tra il litorale e le mura urbane, nella quale abitavano i mercanti e gli artigiani stranieri e regnicoli, avveniva il carico, lo scarico e la compravendita delle merci in uno spiazzo detto Campo Moricino e si svolgevano anche le attività insalubri come la macellazione del bestiame.